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Santa Evita

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Fred Flinstone
Fred Flinstone

Ci sono personaggi che la vita ha reso star e la morte ha trasformato in icone. È accaduto con politici (Che Guevara o JFK), musicisti (Jim Morrison o Elvis Presley), attori del cinema (James Dean o Marilyn Monroe). Ci sono personaggi che da morti sono diventati santi senza che la Chiesa cattolica ne facesse un processo, santi popolari, per l'opinione pubblica, per la gente. Apprezzati in vita e venerati in morte. In Argentina c'è Santa Evita.

Eva Perón è stata la first lady più amata dell'Argentina, moglie del presidente Juan Domingo Perón, morta a soli 33 anni di tumore. Di origini umili e dopo una breve e non eccelsa carriera d'attrice, Eva ha fatto breccia nel cuore del colonnello Juan Domingo Perón nel 1944; un anno dopo erano marito e moglie, due anni dopo lui era Presidente e lei first lady e first lady è rimasta fino alla sua morte nel 1952. È stata amata dalle donne, per cui ha fatto molto in un paese ancora profondamente patriarcale, e dagli operai. Quando il 26 luglio 1952 il cancro all'utero l'ha uccisa migliaia di porteños pregavano sotto le sue finestre.

Parte proprio da lì, da quel piovoso e freddo 26 luglio 1952 la serie Santa Evita, a metà tra biopic e thriller prodotta da Salma Hayek Pinault Pepe Támez. La storia segue il viaggio del corpo imbalsamato della first lady argentina dopo la sua morte tra ricostruzione storica e romanzo (tratta dal libro più tradotto dell'Argentina, scritto da Tomás Eloy Martínez), epopea di un corpo senza tomba e della leggenda che ne è scaturita. Nel 1955, un colpo di stato militare in Argentina rovesciò Perón e il corpo di Evita fu nascosto per 16 anni per evitare che diventasse un simbolo contro il regime. Prima della sua morte, Eva era diventata una potente figura e il suo cadavere senza sepoltura ha ossessionato l'arena politica del Paese per oltre due decenni.

La sigla della serie (girata in oltre 40 location a Buenos Aires, in Argentina, con oltre 120 attori e 1300 figuranti) è realizzata con le immagini di repertorio della vera Evita: i comizi, l'amore della folla, il funerale con la fila delle persone che le rendevano omaggio arrivata a due chilometri fuori dalla Segreteria del Lavoro dove il suo corpo mummificato era esposto al pubblico. La scelta del racconto seriale intreccia il giallo sul cadavere con la storia di Evita: l'infanzia da figlia illegittima, quinta figlia di un uomo -  Juan Duarte - che aveva due famiglie e che abbandonò sua madre e i cinque bambini subito dopo la nascita di Eva, l'arrivo a Buenos Aires, il periodo nel cinema fino all'incontro con Perón.

L'inchiesta sul cadavere comincia nel 1971 quando in un giornale di Buenos Aires arriva la notizia che i militari hanno contattato l'ex Presidente nel suo esilio a Madrid e gli hanno proposto di restituirgli il cadavere di Evita come gesto di distensione. Dietro a tutto questo c'è il colonnello Moori Koenig dell'intelligence militare che in una sequenza simbolica di vent'anni prima si vede prima porgere le condoglianze al Presidente che piange la moglie e poi festeggiare con gli altri soldati: "La sanguisuga se n'è andata". Le indagini del giornalista Mariano Vasquez negli anni Settanta per sapere dove si trova veramente il corpo di Evita (ne erano state fatte delle copie da uno scultore italiano che avrebbero dovuto essere esposte nel mausoleo a lei dedicato) si mescolano alle testimonianze di persone che il giornalista incontra per il suo articolo tra cui il make up artist che la truccava da attrice e che l'aveva acconciata per l'ultimo viaggio. Mano mano che Vasquez si avvicina al cadavere però la sua inchiesta si fa sempre più pericolosa, testimoni si negano, ad un certo punto viene picchiato. "Non vogliamo che diventi una santa, vorremmo che fosse una donna morta come le altre" dicono i militari, ma Evita santa lo è già diventata. Anche se il suo cadavere non c'è più.

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