Bosè
Fin dalla nascita, Miguel Bosé era destinato alla grandezza, nonostante le rigide convenzioni imposte dalla Spagna, suo paese natale, negli anni Sessanta. Suo padre, Luis Miguel Dominguin, era tradizionale e conservatore e una figura di spicco della corrida spagnola, mentre sua madre, Lucia Bosé, era una grande star del cinema italiano, sofisticata e moderna nei modi. Bosé nacque con il carattere forte del padre, la bellezza della madre, la ribellione e l'eleganza di entrambi. Nel 1968 la tumultuosa relazione dei genitori di Bose giunge al termine dopo 13 anni e decidono di separarsi, uno scandalo all'epoca per la Spagna conservatrice. All'età di 11 anni, la separazione ha un grande impatto su Bosé, segnando l'inizio del cambiamento della sua personalità in un personaggio seducente e dirompente - tratti caratteriali che userà per scuotere il mondo un decennio più tardi.
Arriva il momento in cui si pensa: lui aveva tutto, perché dobbiamo emozionarci per quello che gli capita nella vita, nel rapporto con i genitori, in carriera? Ma si sa, non funziona così e quindi questo Bosé - produzione spagnola, su Paramount + - finisce col fare per intero il suo dovere di biopic e di attirare, soprattutto in Spagna, il grande pubblico della tv generalista.
Sei episodi, ci sono due attori, uno per il Miguel Bosé giovane e l'altro per quello maturo, la somiglianza è impressionante soprattutto nel primo caso. Ma al casting hanno lavorato bene: per la mamma, ovvero Lucia Bosé, hanno scelto - per capirsi: quando è in scena ci si chiede perché mai il regista a un certo punto debba inquadrare anche qualcun altro. Il resto è Spagna, a iniziare dalla figura arcigna - e da MeToo d'epoca - del celeberrimo padre, il torero Luis Miguel Dominguín, in perenne dissidio con la moglie, in perenne ricerca di energie vitali giovani, altrui, in perenne ansia da prestazione nel tirare quel figlio dalla sua parte. E invece lui, Miguel, decideva di diventare un mix perfetto di padre e madre, ma scegliendo lui cosa e da chi prendere.
Miguel Bosé pubblica l'autobiografia in Spagna: "I miei genitori erano dei mostri"
10 Novembre 2021
Valeria Solarino nel ruolo di Lucia Bosè In un tripudio di caratterizzazioni, c'è anche molta Italia: a cominciare dalla relazione giovanile con Marco Pannella - e in Spagna si sentono abbastanza liberi di essere espliciti. C'è Raffaella Carrà che interviene agli show del nuovo idolo delle folle, c'è Roma nel momento cruciale della carriera. Ma il resto è pesantemente Spagna, toni, passioni ardenti - di vario genere e gender - uno strato di soap spalmato su tutto. Eppure c'è anche capacità di racconto, anche se i salti tra il giovane Miguel (José Pastor) e l'adulto (Iván Sanchez) sono spesso troppo repentini.Il consiglio è di seguire senza farsi domande sulla necessità di tutto quanto, andando invece a caccia di spunti d'epoca, scorci vintage di vita, show e televisione: anche senza decidere necessariamente cosa pensare di quel ragazzo che aveva tutto e ne approfittò parecchio, ma a suo modo e fracassando gli schemi a dovere.