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Per niente al mondo

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Fred Flinstone
Fred Flinstone

Bernardo Bordin è uno chef di grande talento in attesa di ottenere la sua prima stella Michelin, ed è un fenomeno al volante, anche se si limita ai rally che corre insieme all'amico Sergio, in procinto di candidarsi come sindaco del paese. Insieme all'altro amico, Stefano, Bernardo e Sergio si godono il loro benessere e si sentono i padroni del mondo. Ma un giorno Bernardo viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere e accusato di essere la mente di un giro di rapinatori che hanno svaligiato le case della zona, compresa quella di Stefano. Per Bernardo è l'inizio di un incubo che rivoluzionerà la sua vita e lo metterà davanti ala domanda: "Che cosa sei disposto a fare per riavere quanto ti è stato tolto?"

Il regista Ciro D'Emilio ha una grande capacità professionale nel raccontare per immagini, facendo interagire i suoi personaggi con il paesaggio del nord-est che incarna l'operosità locale ma anche una certa chiusura e una certa algida freddezza: dunque spazi organizzati ma circondati da un vuoto che rischia di appartenere anche alle coscienze di chi li abita.

D'Emilio eccelle nella cura formale con cui apparecchia la sua narrazione filmica, e la stessa costruzione narrativa, che comporta continui salti avanti e indietro nel tempo, funziona nell'articolare in modo non banale una vicenda complessa il cui scenario si modifica ripetutamente. Purtroppo la sceneggiatura, firmata dallo stesso D'Emilio insieme a Cosimo Calamini, nonostante sia liberamente ispirata a fatti reali contiene diverse implausibilità, o quantomeno dei passaggi poco spiegati in scrittura, che ne scardinano la credibilità: in primis la reazione di Stefano all'incarcerazione di Bernardo (che non possiamo spiegare per non fare spolier) e la vaghezza successiva di quella di Sergio, e a seguire i comportamenti di Bernardo, apparentemente incuranti delle più elementari conseguenze e inevitabili ricadute sui suoi affetti. Funzionano bene invece le interazioni fra Guido Caprino, che interpreta Bernardo, e Boris Isakovic, grande attore serbo visto di recente in Quo Vadis, Aida?, che si cimentano in duetti attoriali efficaci; così come risulta credibile il rapporto fra Caprino e Irene Casagrande, che interpreta con naturalezza Giuditta, la figlia di Bernardo. Anche gli attori di contorno, dai sempre affidabili Antonio Zavatteri e Diego Ribon nei ruoli di Sergio e Stefano ad Antonella Attili nei panni dell'avvocato di Bernardo e Valentina Carnelutti nel breve cammeo come massaggiatrice, costituiscono un solido cordone, anche se purtroppo Zavatteri e Ribon devono poi confrontarsi con le implausibilità già accennate, a scapito della loro autenticità di interpreti.

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